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LA NASCITA DEI

GIOCHI OLIMPICI

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Le feste panelleniche che superarono in prestigio e popolarità tutte le altre furono quelle organizzate nella città sacra di OLIMPIA e perciò denominate GIOCHI OLIMPICI.

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Sulle loro ORIGINI esistono una serie di suggestivi racconti leggendari, tra i quali quelli di PINDARO appaiono particolarmente avvincenti. Nella prima delle 14 Odi olimpiche, il poeta narra il mito di ENOMAO, re di Pisa d'Elide, che era rappresentato sul frontone occidentale del tempio di Zeus a Olimpia. Il sovrano, avendogli un ORACOLO predetto che sarebbe MORTO per mano del FUTURO GENERO, era determinato a impedire le nozze della bellissima figlia IPPODAMIA. Confidando nella superiorità dei CAVALLI DIVINI regalatigli da FETONTE, a ogni pretendente proponeva una CORSA di CARRI da PISA a CORINTO, con il patto che se avesse vinto avrebbe sposato Ippodamia, in caso contrario sarebbe stato ucciso. Dopo la morte di tredici aspiranti fu la volta di PELOPE, figlio del re frigio Tantalo, che si presentò alla guida di un carro condotto da CAVALLI ALATI, donatigli da POSEIDONE. Scorgendo, però, le TESTE dei PRETENDENTI SCONFITTI INCHIODATE alle PORTE del PALAZZO di Enomao, Pelope perse la fiducia nelle proprie possibilità e per essere sicuro di aggiudicarsi la corsa pensò di avvalersi dell'aiuto di MIRTILO, figlio di Ermes e AURIGA del CARRO di ENOMAO, al quale promise di fargli passare una notte con Ippodamia se lo avesse messo in condizione di vincere la corsa. MIRTILO accettò l'offerta e TOLSE i PERNI degli ASSALI del CARRO di ENOMAO, sostituendoli con pezzi di cera. Durante la corsa, le RUOTE si STACCARONO, il carro si rovesciò ed ENOMAO MORI'. Pelope, quindi, vinse la sfida ma, non avendo intenzione di mantenere la promessa fatta a Mirtilo, lo gettò in mare. Mentre moriva, Mirtilo lo maledisse e PELOPE per SFUGGIRE all'ANATEMA tentò di conciliarsi i FAVORI di ZEUS organizzando in suo onore i PRIMI GIOCHI di OLIMPIA.

Un'altra versione del mito narra che Pelope, dopo aver vinto la mortale sfida con Enomao, sposò Ippodamia e divenne sovrano di Pisa, estendendo il suo dominio su tutta la penisola, cui diede il nome di PELOPONNESO. Alla sua morte fu sepolto nella valle dell'Alfeo, nella località in cui poi sorse la città sacra di OLIMPIA. In suo onore si sarebbero svolti i primi GIOCHI OLIMPICI, con la partecipazione delle tribù della regione.

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Una terza tradizione attribuisce la fondazione dei Giochi a ERCOLE, che li avrebbe istituiti PER RENDERE GRAZIE AGLI DEI dopo aver UCCISO AUGìA, re dell'Elide, che gli aveva commissionato la pulitura delle stalle e si era poi rifiutato di pagargli il compenso pattuito. In quella occasione, fu consegnato ai vincitori un ramo d'ulivo, premio che nel simbolismo olimpico sarebbe diventato l'emblema della vittoria. Numerose altre leggende sono state tramandate riguardo alle origini dei Giochi Olimpici, quasi tutte d'ispirazione religiosa, caratteristica che fa comprendere quale fosse la loro importanza cultuale.

Le Fatiche di Ercole: Le stalle di Augìa.

La quinta fatica di Ercole fu quella di ripulire le immense stalle di Augìa, il re dell'Elide. Ricchissimo e potente, questo re possedeva ben tremila buoi, ma era tanto avaro che, per non spendere, non faceva ripulire, da più di trent'anni, le sue stalle. Appena la notizia arrivò alle orecchie di Euristeo, il suo pensiero corse subito ad Ercole, e infatti gli ordinò di ripulire in un giorno solo le sporchissime stalle dello spilorcio sovrano dell'Elide. In un solo giorno era impossibile trasportare fuori tutto il letame e ripulire per bene le stalle allora Ercole pensò di deviare il fiume Alfeo, così che le sue acque poterono trascinare via lo strato denso di letame. In tal modo le stalle vennero ripulite in un solo giorno.

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