I FRATELLI DASSLER,LA STORIA DELL' ADIDAS E DELLA PUMA
Melbourne, 15 giugno 1942 – Williamstown, 3 ottobre 2006
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Questa è la storia di ADIDAS e PUMA, due tra i più famosi brand di abbigliamento sportivo, nati da una “guerra” familiare tra i fratelli DASSLER: Aldolf, la mente, introverso e stacanovista e Rudolf (maggiore di quattro anni), il commerciale estroverso.
Nel 1920 Adolf, reduce dalla Prima Guerra Mondiale, decise di fabbricare scarpe sportive insieme al fratello Rudolf, al padre Christoph che aveva lavorato in una fabbrica di scarpe.
I due fratelli furono i primi a ideare delle scarpe in cuoio adatte agli sportivi, inizialmente cucendole a mano nella nel cortile di casa e nella lavanderia della madre, poi realizzandole in una fabbrica a Herzogenaurach cittadina tedesca a nord-ovest di Norimberga, la Gebrüder Dassler Schuhfabrik, un’azienda che divenne subito un riferimento per le calzature sportive in Germania.
Qui furono prodotte le prime scarpe da calcio con i tacchetti (grazie al sostegno dei fratelli Zehlein – piccoli produttori di tacchetti per le suole delle calzature sportive) e le prime scarpe chiodate da atletica, scelte da molti atleti già alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. Oltre alla qualità, ciò che li rese famosi fu la differenziazione, infatti furono tra i primi a creare scarpe diverse sia per corse di fondo che per sprinter. Nel 1936 l’azienda visse un grande periodo di splendore contribuendo al successo di atleti come Jesse OWENS che vinse 4 medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino indossando scarpe fornite dai Dassler.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale iniziò anche il dissidio tra i fratelli, anche se sembra che i due si “odiassero" fin da bambini. Sono tante le leggende che circolano attorno alla loro separazione. Molti ritengono che Adolf abbia denunciato agli alleati il fratello chiamato alle armi e disertore dopo poco tempo trascorso al fronte. Se Rudolf infatti era dichiaratamente nazista (e fu per questo catturato dagli statunitensi ed accusato di appartenere alle SS), Adolf, nonostante l’iscrizione al partito (e ai vantaggi che l’attenzione per lo sport da parte dei nazisti significava aumento delle vendite), non manifestò mai apertamente nessuna simpatia per il führer. Altri sostengono un’altra versione e che la causa del loro litigio sia nata per una donna contesa. Altri ancora asseriscono che Adolf, mentre Rudolf partì per il fronte, convertì la fabbrica alla produzione di bazooka per l'esercito tedesco anche se questo va in contrapposizione con chi sostiene che a denunciare Rudolf durante la Guerra fu proprio il fratello Adolf.
Finita la guerra Rudolf decise di abbandonare l'azienda e fondare nel 1948, nella stessa città di Herzogenaurach, una propria compagnia di calzature sportive che inizialmente chiamò RUDA, dalla iniziali del suo nome, per poi cambiarlo in PUMA.
Nel frattempo Adolf tornò alla produzione di scarpe per fare concorrenza al fratello, utilizzando anche lui le iniziali del suo nome per chiamare la società: ADIDAS.
Dal momento della scissione anche la cittadina bavarese si divise in due fazioni. I due marchi competono non solo sul mercato, ma anche sulla tecnologia: entrambi volevano essere i primi ad utilizzare accorgimenti per migliorare le prestazioni degli atleti, spingendo tutte le altre aziende a fare lo stesso percorso innovativo.
ADIDAS inizialmente riesce ad affermarsi con maggiore forza, infatti nel 1954 fornì le scarpe alla nazionale della Germania occidentale vincitrice a sorpresa dei Mondiali di Calcio e nel 1956, in occasione delle Olimpiadi di Melbourne, Horst Dassler, figlio di Adolf, regalò i prodotti a numerosi atleti che li indossarono durante le gare, una grande innovazione perché fino a quel momento gli atleti dovevano acquistare il materiale sportivo in autonomia.
PUMA tornò sotto i riflettori quando, nel 1970, il figlio di Rudolf ingaggiò PELE' per i Mondiali in Messico chiedendogli di allacciarsi le scarpe prima del fischio di inizio, in modo che il brand fosse in mondovisione.
Oggi Puma ed Adidas hanno una gestione meno familiare, l’ascia di guerra dovrebbe essere stata sepolta se non fosse che l’unico Dassler rimasto è Frank Dassler, nipote di Rudolf che però lavora per ADIDAS.
Solo negli ultimi anni c’è stata la pace ufficiale: nel 2009 infatti nella città di Herzogenaurach i dipendenti delle due aziende hanno messo diplomaticamente fine alla rivalità giocando una partita di calcio a squadre miste, operai contro dirigenti (7-5 per gli operai). Un gesto simbolico che ha permesso almeno per un giorno a questa piccola città di non essere divisa come lo è stata negli ultimi sessantanni.
La palla utilizzata nella partita aveva impressi i marchi di entrambe le società. Il sindaco, che in passato si è barcamenato fra le due fazioni indossando a giorni alterni vestiti Puma e Adidas, ha fatto costruire una nuova fontana con una statua che raffigura due bambini che giocano al tiro alla fune: uno indossa scarpe Adidas, l’altro scarpe Puma.
I due fratelli morirono a distanza di quattro anni l’uno dall’altro: nel 1974 Rudolf, nel 1978 Adolf (che aveva visto un’altra scissione interna: nel 1973 il figlio Horst fondò l’Arena, azienda leader per abbigliamento per il nuoto). Nel 2016 la storia dei due fratelli tedeschi è diventata anche una serie televisiva realizzata da RTL. Oggi le due aziende sportive appartengono a proprietari diversi: Adidas è nelle mani del colosso francese Ppr, mentre Puma di svariati azionisti.
IL LOGO DELL'ADIDAS
Il logo sportivo tedesco Adidas rientra nella tipologia dei migliori loghi mai creati e con le sue tre bande è divenuto uno dei più conosciuti al mondo.
Prima del 1967 il logo appariva soltanto sulle scarpe da calcio con un design classico, con tre strisce parallele.
Questo design seguì l’ideologia di tre principi guida: cioè progettare la migliore scarpa che soddisfi le esigenze degli sportivi, proteggere gli atleti dagli infortuni e rendere il prodotto durevole nel tempo. Le “tre strisce” sono diventate così popolari, che oramai sono diventate un “must” tra le scarpe da calcio dei migliori giocatori del mondo. Avere degli sportivi famosi come testimonial ha portato l’azienda ad avere un grande successo, aumentando l’immagine dell’Adidas in tutto il mondo.
Nel 1972, l’Adidas adottò il logo “trifoglio”. Le 3 foglie simboleggiano lo spirito olimpico, legato alle tre placche continentali così come l’eredità e la storia del marchio. Solo nel 1996/1997, rimanendo sempre semplice e chiaro, il design del logo si evolse in quello a “tre bande” ideato dal direttore creativo Peter Moore. Oggi il logo Adidas è composto da tre strisce parallele che simboleggiano una montagna e gli obiettivi e le sfide che ci attendono nella vita. Inoltre la forma del logo, cioè le tre linee parallele, ritraggono l’ideologia base e la posizione storica del marchio aziendale trasmettendo un’idea di benessere.
Il colore nero viene usato per stimolare la cultura giovanile, ma indica anche la passione e l’ispirazione di chi è coinvolto in attività sportive e atletiche. La forma, i colori, i font sono molto semplici ma, tuttavia, “orecchiabili” e prominenti. Come disse il grande Leonardo da Vinci, “la semplicità è l’ultima sofisticazione” e l’Adidas continua a perseguire questa strada mantenendo il proprio logo design semplice e innovativo. In questa intera evoluzione, il logo Adidas rimane unico e motivante per tutti i gruppi di giovani. Fino ad ora, ha quasi raggiunto tutti gli obiettivi che il fondatore aveva sognato e il futuro non potrà essere che roseo!
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
http://arte.sky.it/temi/face-to-face-adolf-rudolf-dassler-adidas-puma/
https://www.giuseppepalumbo.org/adidas-originals/
https://www.linkedin.com/pulse/adidas-e-puma-la-storia-dei-fratelli-dassler-quando-un-franchini
https://www.ilpost.it/2015/01/18/puma-adidas/
https://www.arenawaterinstinct.com/it_it/storia/1973-1983/