CHE COS'È L'ASPARTAME
L'aspartame è il dolcificante più popolare del pianeta, in cima alla classifica degli edulcoranti più commercializzati. Scoperto per caso nel 1965 nell'ambito della ricerca di un farmaco antiulcera nei laboratori della casa americana G. D. Searle and Company dal chimico James Schlatter, si è rivelato 160 - 220 volte più potente del saccarosio, lo zucchero da cucina. E' utilizzato in moltissimi prodotti alimentari al posto dello zucchero, per azzerare o ridurre drasticamente le calorie, come in alcuni farmaci anche pediatrici.
Codificato con la sigla E 951, l’aspartame risulta costituito da due amminoacidi, l’acido aspartico (40%) e la fenilalanina (50%) più un alcol, il metanolo (10%). Dato il suo potere dolcificante, a parità di calorie (4 Kcal/grammo) rispetto allo zucchero, ne sono necessarie minori quantità per dolcificare cibi e bevande. Come altri prodotti tipo il Ciclammato e la Saccarina è stato utilizzato per chi soffre di diabete e per chi volesse ridurre l'apporto di calorie nella dieta. Certo è che per tale caratteristica non poteva non essere preso in considerazione dall'industria alimentare.
L'aspartame presenta il grosso vantaggio di non alterare in maniera significativa la glicemia. Si tratta inoltre di una sostanza acariogena che, diversamente dal saccorosio, non provoca carie.
La stabilità dell'aspartame è eccellente, soprattutto per applicazioni a basso contenuto di H2O (bevande in polvere da solubilizzare). Questo edulcorante artificiale resiste discretamente anche a processi che richiedono calore, come i prodotti dell'industria casearia, ed alte temperature o ultra alte temperature per brevi tempi (specie nella forma incapsulata).
POSSIBILI EFFETTI FISIOLOGICI E METABOLICI DELL'ASPARTAME
Benché due costituenti dell’aspartame siano presenti in natura, questo composto non è considerato come “naturale“. Quando lo ingeriamo, infatti, questo edulcorante viene scisso nei suoi tre componenti: Fenilalanina, Acido Aspartico e Metanolo NON producendo gli stessi effetti di un cibo che naturalmente li contiene. In questo ultimo caso gli amminoacidi sono legati a proteine e questo ne provoca un metabolismo diverso.
Dalla sua commercializzazione sono stati registrati effetti collaterali come: Mal di testa, Vertigini, Vomito, Nausea, Crampi addominali, Visione offuscata, Diarrea, Convulsioni, Perdita di Coscienza e Memoria, Eruzioni cutanee, Insonnia, Disturbi mestruali, Paralisi agli arti, Edema, Stanchezza cronica, Difficoltà respiratoria ed infine Tumori (in persone particolarmente sensibili? In situazioni di sovra dosaggio?).
In soluzione (bibite light) oppure a temperature superiori ai 30°, la fenilalanina e l’acido aspartico tendono a deteriorarsi in dichetopiperazine o Dkp, sottoprodotto tossico che alcuni ricercatori sospettano di cancerosità. Proprio la possibilità di idrolizzare o ciclizzare a dichetopiperazina se esposto a lungo ad alte temperature, ne limita alcune applicazioni (sui dolcificanti a base di aspartame viene riportata l'avvertenza "non sottoporre a cottura") e lo rende controindicato in gravidanza ed allattamento (la dichetopiperazina è tossica per il feto) .L’acido aspartico viene convertito nel potente neurotrasmettitore, il glutammato, sospettato di neurotossicità. Tuttavia non si riscontrano effetti avversi per la salute alla dose massima accettata di aspartame (40 mg/kg/die). Per quanto riguarda il metanolo, anche esso è una sostanza che si trova naturalmente nella frutta e verdura, ma è sempre associato all'alcool etilico che ne contrasta la tossicità. Quando è assunto attraverso l’aspartame, non è neutralizzato e attraverso distinti passaggi a livello dei perossisomi, del citosol delle cellule epatiche (fegato) e del citosol e mitocondri della maggior parte delle cellule, il 90% di esso viene ossidato a formaldeide (o aldeide formica, una sostanza classificata nel 2006 come cancerogena per l'uomo) la quale successivamente subisce trasformazione ad acido formico. Mentre il restante 10% viene eliminato invariato per via renale in circa 22 ore.
La Fenilalanina arriva direttamente al cervello potendo provocare alterazioni dell’umore od attacchi di panico. Anche la Fenilalanina si trova naturalmente, è presente ad esempio nel latte, ma bevendolo non arriva al cervello perché “trattenuta“.
DOVE SI TROVA L'ASPARTAME
L'aspartame è presente nelle bustine di dolcificante al bar. Si trova indicato col nome di Aspartame o con la sigla E 951 oppure ancora semplicemente con l'indicazione che l’alimento contiene una fonte di fenilalanina, in molti prodotti di consumo quotidiano come i Cereali per colazione, Yogurt magri, Probiotici, Bibite Gassate, Bevande analcoliche light, The, Caffè, Chewing gum, Caramelle, Patatine, Gelati e Cioccolatini "senza zucchero" e molti altri, soprattutto nei cosiddetti cibi spazzatura (junk food) ed anche in certi integratori di Vitamine ed in alcuni farmaci molti dei quali pediatrici.
Il gusto dell'aspartame è descritto come "pulito e dolce", privo del retrogusto amarognolo o metallico spesso associato ad altri dolcificanti di sintesi. Il confronto con il saccarosio rivela che il sapore è simile a quello degli zuccheri naturali; inoltre, alcuni aromi presenti nei cibi e nelle bevande sono potenziati o prolungati in presenza di aspartame, soprattutto quelli dei frutti acidi (come arancia e limone). Questa proprietà viene sfruttata nei chewing gum, dove gli aromi possono essere prolungati per un tempo 4 volte superiore.
Nelle etichette dei diversi prodotti c'è scritto quanto aspartame si trova?
NO, perché la legge non lo prevede. La legge impone alle industrie i limiti di aspartame da aggiungere ai prodotti, ma non di dichiarare in etichetta quanto ne mettono. Per esempio, il limite delle bevande analcoliche è di 600 mg/L, dei dessert e prodotti analoghi è 1000 mg/Kg, degli snack salati è 500 mg/Kg, della frutta in scatola è 1000 mg/Kg, delle salse è 350 mg/Kg, dei prodotti di panetteria è 1700 mg/Kg come da Direttiva CE 94/35.
LE RACCOMANDAZIONI
La quantità giornaliera di assunzione di aspartame permessa dalle normative vigenti è di 50 e 40 mg/Kg di peso corporeo, rispettivamente negli USA ed l’UE.
Una riflessione è d'obbligo: se un prodotto ha una dose consigliata da non superare può fare male oltre quel limite.
Dunque un bambino di 30 Kg = 30 x 40 = 1200 mg/Kg
pari a per esempio: 4 bibite + 2 yogurt + 2 merendine + 10 caramelle o chewingum (il che sembra davvero tanto anche per i più indisciplinati)
Secondo la Fondazione Europea Ramazzini ed il Dott. Soffritti tale quantità andrebbe perlomeno dimezzata visti gli esiti dei suoi studi.
LA LUNGA E CONTROVERSA STORIA DELL'ASPARTAME
L'aspartame ha una storia che parte da lontano, negli Stati Uniti e la Searle poi Monsanto Company un'azienda multinazionale di biotecnologie agrarie oggi controllata dall'azienda farmaceutica tedesca Bayer.
Negli anni ’70, prima dell’inizio della commercializzazione dell’aspartame, furono condotti dalle industrie produttrici studi sperimentali di cancerogenicità su ratti e topi. I risultati di questi studi complessivamente non evidenziarono la cancerogenicità dell’aspartame, anche se qualche dubbio fu sollevato da alcuni della comunità scientifica in relazione alla qualità della conduzione degli esperimenti ed al fatto che erano stati rilevati alcuni casi di tumore al cervello tra gli animali trattati con aspartame, e nessuno fra gli animali di controllo.
Fin dalla sua introduzione, i mass media hanno riferito di un potenziale rischio di cancro legato al consumo di aspartame, ponendo periodicamente (anni '80, '90, 2000 e 2010) il popolare dolcificante sotto i riflettori con accuse di cancerogenicità e neurotossicità legate ai due metaboliti del metanolo contenuto nel celeberrimo dolcificante: l’acido formico e la formaldeide.
La FDA (la Food and Drug Administration, un organismo statale USA di controllo della sicurezza alimentare), dopo una prima autorizzazione, nel 1974 ne sospende l’utilizzo commerciale perché vuole vederci chiaro Nonostante un'inchiesta pubblica del 1980 concluse che non ci fossero dati sufficienti per confermare il legame tra aspartame e i tumori al cervello osservati nei ratti, l’FDA nega una nuova autorizzazione in attesa di ulteriori dati.
Nel 1981 l'aspartame viene improvvisamente approvato e commercializzato negli Stati Uniti (in Italia nel 1982) dopo 7 anni di polemiche, rapporti scientifici, inchieste. L’autorità sanitaria americana certifica che l’aspartame è sicuro per il consumo umano. I più maliziosi vedono nel suo sdoganamento l’azione congiunta dell’influenza di Ronald Reagan (ai tempi presidente USA) sulla FDA tramite il suo uomo Arthur Hull Hayes (direttore della FDA) e l’amicizia di quest’ultimo con Donald Rumsfeld (redivivo durante l’amministrazione Bush Junior), dirigente della Searle Farmaceutica, poi acquistata dalla Monsanto, detentrice del brevetto dell’aspartame.
Da prontuario medico le accuse mosse: mal di testa, convulsioni, cecità, cambiamenti cognitivi e comportamentali di lungo periodo fino a tumori al cervello, linfomi e leucemie.
Nel 2003 l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) aveva espresso parere favorevole sull'aspartame confermandone la sicurezza. Nel 2005 (European Journal of Oncology, 2005) e nel 2006 (Environ Health Pespect, 2006 mar.; Ann NY Acad Sci. 2006 Sep) viene pubblicato uno studio della Fondazione Europea Ramazzini ad opera del Dott. Soffritti ed altri ricercatori secondo i quali gli effetti cancerogeni (linfomi e leucemie) dell'aspartame inizierebbero già alla dose giornaliera di 20 mg/kg, cioè a livelli più bassi delle dosi internazionalmente raccomandate e giusto la metà della dose giornaliera ufficialmente accettata in Europa.
Nel 2006, il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari, gli aromatizzanti, i coadiuvanti tecnologici e i materiali a contatto con gli alimenti (AFC) in base a tutte le informazioni desunte dallo studio della Fondazione Europea Ramazzini, da altri studi recenti e sa valutazioni precedenti, ha concluso che non vi erano motivi per rivedere l'ADI (quantità giornaliera accettabile) per l'aspartame precedentemente stabilito (EFSA 2006).
Nel giugno 2007 un'altra pubblicazione del Dott. Soffritti e colleghi aggiunge che, se l'assunzione di aspartame viene estesa a tutta la vita a partire dal periodo fetale, gli effetti cancerogeni aumentano. In contrapposizione nel 2007 che nel 2008 l'FDA pubblica un esame dei dati della Fondazione Europea Ramazzini prendendone le distanze e criticando la metodologia e l'incompletezza dei dati forniti. La posizione dell'FDA è avvalorata anche dall'EFSA che conferma la sicurezza dell'aspartame e l'inutilità di rivedere le dosi stabilite.
Nel 2006, il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari, gli aromatizzanti, i coadiuvanti tecnologici e i materiali a contatto con gli alimenti (AFC) in base a tutte le informazioni desunte dallo studio della Fondazione Europea Ramazzini, da altri studi recenti e sa valutazioni precedenti, ha concluso che non vi erano motivi per rivedere l'ADI (quantità giornaliera accettabile) per l'aspartame precedentemente stabilito. Negli Stati Uniti la sicurezza dell'aspartame è stata riaffermata anche dal National Cancer Institute a seguito di un'indagine durata cinque anni su mezzo milione di persone, dalla quale non è emerso nessun aumento dell'incidenza di linfomi, leucemie e tumori al cervello.
Ma il lavoro del Dott. Soffritti continua e nel 2010 (Am J Ind Med. 2010) dimostra un aumento del tumore al fegato e ai polmoni nei ratti di entrambi i sessi e nei topi femmine se esposti ad alte dosi di aspartame per tutta la vita. Parallelamente, nello stesso anno, un altro studio condotto tramite questionario alimentare su un campione vastissimo di donne danesi (quasi 60.000) e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, Halldorsson et al. (2010) suggerisce un'associazione tra il consumo di bibite zuccherate artificialmente (tra cui aspartame) e aumento del rischio di parto prematuro. Questi ultimi due studi hanno sollecitato l’EFSA ad indagare su una possibile revisione delle dosi accettate di dolcificanti. Tuttavia, nel complesso, l'EFSA ha concluso che le informazioni disponibili dagli studi di Soffritti et al.(2010) e Halldorsson et al. (2010) non danno motivo per riconsiderare le precedenti valutazioni di aspartame o di altri dolcificanti autorizzati nell'Unione europea.
In Italia la correlazione dei dolcificanti non calorici come l'aspartame e la saccarina sono stati analizzati tra il 1991 ed il 2008. Secondo la relazione del professor La Vecchia, epidemiologo dell'Istituto Mario Negri, presentata a Roma in un simposio nel Gennaio 2012 (lo studio relativo era stato pubblicato su Ann. Oncol nel 2007), l'aspartame non è cancerogeno. Il professore ha preso in esame più di 7000 pazienti affetti da tumori alla faringe, esofago, colon, retto, laringe, seno, ovaio, prostata e rene in rapporto al consumo dei due dolcificanti. Nel 2009, La Vecchia e colleghi hanno ulteriormente esteso la ricerca ai tumori di stomaco, pancreas ed endometrio presumibilmente collegati a saccarina ed aspartame pubblicata su Cancer Epidemiol Biomarkers Prev., la quale ha dato esito negativo.
Nel 2012 una famosa trasmissione di giornalismo d’inchiesta va in onda con un servizio dal titolo "Dolce è la vita" che porta a conoscenza diversi aspetti legati alla singolare e contrastata storia dell'aspartame e la sua commercializzazione.
Tra tutto quello che viene portato all'attenzione una frase mi è rimasta impressa e che vorrei suscitasse la vostra riflessione: se un prodotto ha una dose consigliata da non superare può fare male oltre quel limite.
DUNQUE...
L’aspartame nasce in una cornice di presunti interessi che triangolano tra la politica, una multinazionale e la FDA, l’agenzia americana che dovrebbe garantire la sicurezza di alimenti e farmaci. Sin dall'alba della sua introduzione verrebbero rilevati pesanti effetti collaterali associati al suo consumo, tra cui linfomi, leucemie e tumori al cervello. Tant'è che per otto anni la sua commercializzazione viene sospesa. Tra presunti trucchi ed inganni le ricerche a favore dell’aspartame, condotte dalla stessa ditta produttrice, hanno soppiantato qualsiasi contraddittorio scientifico sollevato nel corso di questi 30 anni. Comprese le ricerche dell’Istituto Ramazzini, considerate le più approfondite sulla correlazione tumore-aspartame. I maggiori organismi di Europa e America nel campo dei controlli alimentari: EFSA e FDA ribadiscono la sicurezza relativa al consumo di aspartame. L’EFSA, sotto pressione della Commissione Europea, si è pronunciata definitivamente sulla sicurezza del famigerato dolcificante il 10 dicembre 2013 anziché il previsto Settembre 2012.
Una sentenza che mette la parola fine ad una controversia che si trascina da decenni. Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA ha preso in esame tutte le informazioni disponibili e, in seguito a un’analisi dettagliata, ha concluso che l’attuale dose giornaliera ammissibile (DGA) di 40 mg/kg di peso corporeo/die è in grado di tutelare la popolazione generale. La DGA non è tuttavia valida per i pazienti affetti dalla patologia denominata fenilchetonuria (PKU), che richiede la stretta osservanza di una dieta a ridotto tenore di fenilalanina (aminoacido).
Dunque, che piaccia o meno, è la scienza ufficiale a rappresentare la bussola delle scelte e dei consumi. In attesa di ulteriori chiarimenti ognuno sceglie e decide in tutta coscienza sull'utilizzo di un prodotto alla luce delle conoscenze ed informazioni che ha in merito. Alla fine limitare quanto possibile gli zuccheri aggiunti tra cui l'aspartame è senza dubbio una buona prassi per la salvaguardia della propria salute.
DISCLAIMER
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